La storia del blackjack e gli sviluppi in Italia

Attilio Padovesi Scritto da Attilio Padovesi Pubblicato il 30.01.2018 Aggiornato il 19.07.2024

Il quadro del pittore olandese Jan Lievens che ritrae dei giocatori di carte.Non è possibile individuare un momento oppure un luogo esatto in cui questo gioco ha fatto la sua comparsa. Questo perché c’è ancora molta incertezza circa le origini del blackjack e gli studiosi non hanno ancora trovato un consenso. Per giunta, il blackjack per come lo conosciamo oggi si è creato nel corso degli anni a seguito di una serie di evoluzioni, che ne hanno più volte trasformato il volto.

La teoria più accreditata afferma che il gioco sia un’evoluzione del Ving-et-un francese. Tuttavia, altre collocano la sua origine in Italia o Spagna. All’interno di questa pagina vi forniremo una storia del blackjack con un particolare occhio di riguardo a quelli che sono stati i principali sviluppati in Italia.

Origini del blackjack: Spagna, Francia o Italia?

Benché le teorie più accreditate considerano il Vint-et-un francese e il Trente-un spagnolo i veri padri del blackjack moderno, ne esistono tante altre che ritengono l’Italia la vera patria natale del gioco. Il precursore in questo caso sarebbe il famoso Sette e mezzo, un gioco che per la maggior parte di voi sarà familiare. In questo gioco l’obiettivo ultimo è quello di totalizzare, come il nome suggerisce, un punteggio pari a sette e mezzo. Totalizzando qualunque punteggio superiore vorrebbe dire sballare (ossia perdere la posta).

Questo gioco, a seguito di diverse evoluzioni, è diventato il famoso gioco chiamato Ventuno, gioco dalla lunga tradizione giocato da molteplici famiglie italiane all’interno delle mura domestiche, in particolar modo durante le festività. è, tuttavia, solo a seguito del suo sbarco negli Stati Uniti d’America che il gioco ha acquistato il suo nome attuale. La leggenda vuole che il nome blackjack derivi dal logo che un produttore di carte avesse apposto su quest’ultime. Da allora il gioco è conosciuto in tutto il mondo con questo nome. Insomma, sebbene non ci sia un generale consenso a riguardo, è possibile considerare la patria dello stivale come un luogo che ha avuto un ruolo molto importante nella nascita del blackjack per come lo conosciamo oggi.

Le due carte rappresentative del gioco italiano Sette e Mezzo. Il sette ed il re di denari.
Il Sette e Mezzo italiano

Una delle teorie più accreditate in merito alle origini del blackjack lo fanno risalire addiruittura al 1500. Il gioco tirato in ballo quale antenato plausibile di questo grande classico da casinò è il “Sette e Mezzo”.

Alcune carte allineate dell'antico gioco spagnolo Trentuno.
Il Trentuno spagnolo

Altre teorie prendono in considerazione come progenitore il “Trentuno” spagnolo, il cui scopo del gioco era raggiungere per l’appunto il punteggio omonimo senza in alcun modo oltrepassarlo.

Evoluzione del blackjack dal 18° al 20° secolo

Il gioco è approdato negli Stati Uniti grazie ai coloni francesi, che lo hanno introdotto al pubblico americano a partire dal 18° secolo. Ovviamente, al tempo il gioco non aveva ancora pienamente assunto le caratteristiche che presenta oggi. Ad esempio, inizialmente non era obbligatorio per il banco dover stare col 17 oppure chiedere carta col 16. Dopo una sostanziale evoluzione del blackjack le regole si sono uniformate. Nel 19° secolo il panorama del gioco d’azzardo francese è stato segnato da una serie di divieti imposti dalle autorità. Questo non ha chiaramente permesso al gioco di diventare più popolare. Il contrario, invece, si è verificato dall’altra parte dell’oceano: l’America ha visto un boom del gioco, che ha raggiunto il suo picco con l’apertura delle prime case da scommessa totalmente legali a New Orleans nel 1820.

è proprio in questo periodo che fa la sua comparsa un personaggio singolare, un vero simbolo di quest’epoca: Eleanor Dumont, conosciuta anche come “Signora Baffo”. Francese di nascita, la signora Dumont era emigrata negli Stati Uniti in tenera età insieme alla sua famiglia. La signora baffuta si guadagnò la reputazione di banchiera molto in gamba. Ma prima di aprire il suo primo salotto in California, Dumont era solita vagare di città in città, offrendo il suo Ving-et-un esclusivamente a uomini abbienti e appartenenti ad un certo rango sociale. Nel 20° secolo il gioco acquista una certa popolarità nello stato del Nevada, a seguito della legalizzazione del gioco d’azzardo avvenuta nel 1931. è in questi anni che il gioco ha attraversato un periodo di standardizzazione, che ha portato ad un’uniformazione delle sue regole oltre che all’adozione definitiva del nome con cui lo conosciamo oggi. Le regole con cui si disputano il blackjack oggigiorno sono in gran parte ancora quelle delineate dalla Nevada Gaming Commission in quegli anni.

Il conteggio delle carte e i cambiamenti che ha innescato

Uno dei principali cambiamenti che ha visto protagonista il blackjack è l’introduzione di sistemi di conteggio delle carte, che hanno cominciato a fare la loro comparsa intorno al 1950. A seguito della pubblicazione di vari libri che promettevano di annullare il vantaggio del banco, queste tecniche acquisirono grande popolarità tra i giocatori. Tra questi c’era Jess Marcum, il cui uso delle strategie di conteggio gli è valso l’espulsione da diversi casinò. Ma non si può parlare di conteggio delle carte senza menzionare il libro “Beat the Dealer”, pubblicato nel 1962 dal matematico Edward Thorp.

Questo libro è universalmente riconosciuto come il vero punto d’inizio nella storia del conteggio delle carte nel blackjack. Da quel momento in avanti sono stati diversi i sistemi escogitati da giocatori oppure matematici come Thorp. Oggigiorno, il sistema creato da Thorp non è più influente come un tempo in quanto la maggior parte dei tavoli blackjack prevedono l’uso di più mazzi, al contrario di come avveniva al tempo del matematico in cui il mazzo era soltanto uno. Sta di fatto che questa innovazione, per così dire, introdotta nel blackjack ha per sempre cambiato il modo in cui si sarebbe giocato.

La risposta dei casinò al conteggio delle carte

Naturalmente, quando i casinò iniziarono a scoprire che si stavano diffondendo tecniche di conteggio carte questi non rimasero a braccia conserte bensì reagirono cambiando alcune delle regole di gioco, una mossa atta a contrastare il vantaggio che le tecniche di conteggio delle carte avevano portato ai giocatori. Tra le prime misure ci fu quella che portò il numero di mazzi per giocata a due, anziché uno soltanto. Inoltre, da quel momento in avanti le carte non sono state più giocate fin in ultimo ma venivano rimescolate prima. Al contempo, fu alzato il numero di tavoli per venir incontro alla mole di giocatori che voleva tentare la propria fortuna utilizzando le nuove strategie di conteggio che erano state diffuse. Curiosamente, questo giovò più i casinò che i giocatori, dal momento che molti di quest’ultimi non erano in possesso delle abilità necessarie a vincere utilizzando questi sistemi.

I primi anni 60 hanno visto l’introduzione del metodo di conteggio Hi-Lo da parte dell’informatico Harvey Dubner, metodo che venne incluso nella riedizione del libro di Thorp pubblicata nel 1996. La tecnologia ha permesso di tener testa a qualsiasi cambiamento apportato al gioco da parte dei casinò e di adattare la strategia di gioco. In questo periodo, tuttavia, i casinò iniziarono ad accettare apertamente la presenza di contatori di carte ai propri tavoli, arrivando addirittura a distribuire delle tabelle di strategia di base oppure consigli sulle migliori mosse da attuare in situazioni complesse. Questo non ha fatto che aumentare ancor di più i profitti dei casinò, visto il falso senso di sicurezza che si era creato tra i giocatori.

Edward Thorp: l’ideatore del conteggio delle carte
Un ritratto fotografico di Edward Thorp, ideatore del conteggio delle carte.

Tuttavia, molti abili contatori di carte erano ancora “a piede libero”. Un grosso problema per i casinò, dato che questi giocatori avevano il potenziale di prosciugare i conti delle case da scommessa. è in questo panorama che fece la sua comparsa tale Robert Griffin, un investigatore privato che vide un’immensa opportunità di profitto nell’aiutare i casinò a scovare i contatori più abili. Griffin pubblicò un libro che identificava i volti delle persone che erano sospettate di saper contare le carte magistralmente. Questo libro fu accolto con entusiasmo dalle case da scommessa, in quanto avrebbe permesso di focalizzare l’attenzione solamente su questi individui. Questo funzionò fino a che non emersero strategie di squadra.

I primi “grandi giocatori”

Quella che si andò delineando nel decennio successivo è una figura molto controversa nel mondo del blackjack: stiamo parlando dei cosiddetti “grandi giocatori”. Questi giocatori raggiunsero talvolta lo status di celebrità, tale era la loro popolarità al tempo. Una delle tattiche di cui si servivano i grandi giocatori consisteva nell’avere qualcuno, un altro giocatore o un conoscente, in loro prossimità che contasse le carte al posto loro. Inizialmente, i casinò non furono in grado di intuire la strategia che stava venendo attuata da questi player ed è proprio per questo motivo che venne dato loro l’appellativo di “grandi giocatori”.

Il primo grande giocatore riconosciuto nella storia del blackjack fu Al Francesco. Francesco, visto il successo che stava riscuotendo utilizzando questa strategia di squadra, ebbe l’intuizione di allenare altri giocatori, così che questi potessero segnalargli quando fosse il momento ideale per piazzare una scommessa alta. Tra le persone che Francesco allenò c’era Ken Uston, al tempo presidente della Borsa del Pacifico. Qualche anno più tardi Uston rivelò al mondo le tattiche machiavelliche dei grandi giocatori pubblicando il libro “The Big Player” (Il grande giocatore). Ciò, chiaramente, ispirò altri a seguire le loro orme ma produsse, naturalmente, anche una decisa preoccupazione nei casinò verso questo tipo di strategia. In risposta, le case da scommessa incrementarono il numero di mazzi ad otto e anticiparono il mischiaggio delle carte durante una manche, misure preposte a preservare il vantaggio del banco.

Il blackjack online e gli sviluppi recenti

Il blackjack raggiunse un’enorme popolarità che lo portò ad essere uno dei giochi casinò più giocati al mondo. L’avvento di internet ha dato luce a quello che è stato il successivo grosso sviluppo nella storia del gioco: il blackjack online. I primi casinò online apparsero intorno alla metà degli anni novanti, e con essi anche i primi blackjack virtuali. Inizialmente, solo la versione classica del gioco era offerta, con altre varianti più complesse aggiunte più avanti negli anni.

Oggi, chi desidera giocare al blackjack online non avrà che l’imbarazzo della scelta: esistono, infatti, centinaia di varianti del popolare gioco, che vanno dalle più classiche a quelle con regole e caratteristiche più disparate. Una di queste caratteristiche recenti è l’introduzione delle puntate laterali (side bet) e titoli con jackpot progressivi.

Nuove varianti del blackjack apparse con l’avvento dei casinò online
  • Un tavolo della variante Blackjack Reno. Blackjack RenoIl banco sta con 17 morbido

  • Un tavolo della variante Single Deck. Blackjack Single Deckcon 1 solo mazzo di carte

  • Un tavolo della variante Blackjack Multi Hand. Multi Handgiochi a più mani

  • Un tavolo della variante Blackjack Double Exposure. Double Exposurea due carte scoperte

Un perfetto esempio di variante estremamente innovativa è sicuramente Blackjack Switch. La caratteristica fondamentale che lo contraddistingue dalle varianti più tradizionale è che qui avrete la possibilità di giocare due mani contemporaneamente. Una volta che le carte sono state distribuite avrete l’opzione di scambiare una carta dalle vostre due mani, così da creare una coppia ottimale in vista della giocata. Parimenti interessante e insolita è la variante denominata 21 Duello a Blackjack: come suggerisce il nome, giocatore e banchiere si “sfidano” selezionando una carta scoperta da quelle comunitarie per formare la propria mano.

Lo svantaggio principale del blackjack in rete sta nella quasi totale impossibilità di mettere in atto un sistema di conteggio delle carte. Questo perché quest’ultime vengono rimescolate al termine di ogni mano. Questo è uno dei motivi per il quale online è ancora possibile giocare con un solo mazzo, opzione scomparsa dalle sale da scommessa terrestri proprio a causa dei contatori di carte.

Blackjack live: giocare con banchieri in carne ed ossa

L’arrivo e la successiva diffusione degli operatori online ha dato la possibilità agli appassionati di cimentarsi ad i loro giochi preferiti ad ogni ora del giorno. Tutt’al più, le varianti presenti erano molteplici, non presenti nei casinò terrestri. Giocare online, però, continuava ad essere carente sotto un particolare punto di vista: l’atmosfera non era per nulla rapportabile a quella che si poteva avere giocando in un casinò terrestre. Dunque sebbene complessivamente l’avvento degli operatori in rete fu accolto positivamente dagli appassionati, restava ancora quel desiderio di un prodotto che si avvicinasse ancor di più all’esperienza dal vivo.

Un frame video di bassa qualità estrapolato da uno dei primi tavoli live di blackjack in streaming.
Il blackjack live agli albori

Inizialmente i giochi live erano trasmessi da casinò terrestri attraverso telecamere montate sul soffitto. La qualità video lasciava molto a desiderare e non era possibile interagire con i croupier.

Un frame estrapolato da un attuale tavolo da gioco live del blackjack. La qualità video è HD.
Il blackjack live adesso

Oggi i giochi live vengono trasmessi da studi creati appositamente. La qualità video è ad alta definizione e le riprese sono multiangolari, inoltre è possibile interagire con i croupier via chat.

Questo desiderio fu soddisfatto dai casinò online con l’introduzione del blackjack in tempo reale, con dei banchieri in carne ed ossa. In principio questi giochi venivano trasmessi da casinò veri e propri con l’ausilio di una semplice telecamera fissata al soffitto. Per via dei limiti imposti dalla tecnologia del tempo oltre che da ostacoli connaturati alla configurazione stessa di una sala da casinò, queste trasmissioni non erano spesso soddisfacenti per i fruitori. Successivamente, vennero inaugurati studi creati appositamente al fine di trasmettere giochi casinò in tempo reale.

Questo segnò una svolta nell’era dei giochi live, dal momento che la qualità dello streaming crebbe considerevolmente, inoltre le riprese erano effettuate da più angoli, lasciando all’utente la possibilità di scegliere quella da lui preferita. Al contempo fu data l’opportunità ai giocatori di interagire direttamente con i croupier tramite una chat, una linea diretta tra giocatore e banchiere che si avvicina molto a quella che si può avere in una sala da scommessa terrestre. L’unico svantaggio del blackjack in tempo reale è l’assenza di varianti, una lacuna a cui, però, i diversi provider hanno già cominciato ad ovviare in tempi recenti.

Blackjack Party: divertirsi prima di tutto
  • Un gruppo di giovani giocatori su un tavolo Blackjack Party ritratti in una posa divertente.
  • Due croupier seduti ad un tavolo del Blackjack Party durante una mano in corso.
  • Un gruppo di ragazzi su un tavolo del Blackjack Party lanciano in aria delle carte con fare sbarazzino.
  • Un gruppo di giovani player posano con aria divertita su un tavolo del Blackjack Party.

Una delle varianti più particolari tra tutte quelle disponibili è sicuramente Blackjack Party. Le regole di questo titolo sono le stesse di un tavolo blackjack tradizionale, ma ciò che lo rende davvero particolare è la presenza di due banchieri, di solito un uomo e una donna, che insieme sono al timone del tavolo concedendosi, tuttavia, molto spesso a scambiare delle chiacchere in chat con voi e gli altri utenti presenti al tavolo. Altri elementi che contribuiscono a creare un’atmosfera scanzonata sono la musica di sottofondo e il limite di puntata minimo fissato a pochi centesimi di euro. Inoltre, non è posto un limite al numero di giocatori che possono prendere parte al tavolo, visto che il Blackjack Switch presenta la funzionalità bet behind, che permette anche a chi non è attivamente presente al tavolo di scommettere sulla puntata di un altro giocatore.